
Le "Riflessioni"
di Massimo Brancaleoni

Il mio interesse rivolto alla Pittura Antica e ai Maestri del passato non è un effimero esercizio di plagio. Tutt’altro. Sono convinto (anzi certo) che molto del patrimonio intellettuale e artistico di Chi ci ha preceduto sia ancora ben lontano dall’essere svelato.
Purtroppo una frettolosa e ingorda corsa verso il futuro (e alla ricerca di cosa?), ci impedisce di posare uno sguardo umile e rispettoso all’eredità lasciataci dai Padri dell’Arte. Anzi con gesti sfrontati, sacrileghi e arroganti, oggi giorno ci si definisce artisti ben sapendo di non esserlo, mettendo penosamente a nudo la nostra sconfitta. Vorremmo seppellire e mettere a tacere i Veri Maestri per una forma di intima meschinità o per timore di confrontarci con Loro…Loro invece avrebbero ancora molto da confidarci.
Chi distrugge il passato è colui che non rispetta e non comprende il valore delle proprie radici; c’è da chiedersi infatti quale sia l’etica di una società che permette di vedere oltraggiato e violentato un monumento storico da una scritta indegna e oscena, fatta con una bomboletta spray…gli sterili protagonismi di questa umanità corrotta, portano ad un ben misero naufragio.
Una civiltà che cresce nutrendosi del suo passato per migliorare il proprio futuro è forse un’utopia? Un madrigale di Monteverdi o una fuga di Bach racchiudono ancora oggi bagliori nascosti e reconditi, i quali una volta carpiti getteranno nuova luce sull’Arte di Chi li ha composti, rigenerando, rinnovando e arricchendo soprattutto la nostra arte. Una mente che avrà attinto da queste Fonti potrà dirsi una mente sublimata. L’approdo ad una condizione così “alta” offrirà l’occasione di creare qualcosa di nuovo; solo a questo punto il futuro potrà essere affrontato, sostenuto e purificato da una “coscienza dell’estetica” finalmente illuminata.
Ecco dunque che cosa rappresenta (e cosa è) l’Arte per il sottoscritto: il raggiungimento di uno stato di elevazione (e direi di sublimazione) spirituale del proprio io; una sorta di trasfigurazione estatica dell’anima, quasi un credo religioso. L’Arte infatti altro non è che l’espressione più alta e compiuta della sensibilità di un uomo. Queste frasi potrebbero apparire un po’ troppo retoriche o esageratamente o enfatiche…ma non è così. Ciò che ho appena scritto è la semplice testimonianza di cosa provo nei momenti in cui concepisco un’opera o mentre dipingo una tela.
Creare, plasmare, modificare o distruggere, evitando ogni forma di vanità, ogni forma di vuoto narcisismo; lontano dai clamori, in una feconda solitudine; umilmente con impegno e costanza, per spingersi sempre al limite, senza accontentarsi…nutrirsi delle pulsazioni che l’Arte emana; dunque vivere con (e per) l’Arte. Vita e Arte appunto, binomio inscindibile, legato da un rapporto di simbiosi perfetta; Arte e Vita, accorpate e fuse, combattenti fiere e indomabili nel nome della Poesia.






Titolo piccolo
Natura morta con pere cotogne
Olio su tavola
cm 158x163,5, 2009-12
Dal terrazzo
Acrilico e olio su tavola con decori in foglia d'oro
cm 170,3x161,9, 2007-2015
Il vecchio clown
Olio su tela
cm 120x100, 1995-2002
La modella azzurra (dalle 3 alle 7)
Olio su tela
cm 120x60, 1989-1994
Gli alienati (variazione su un tema di Velàsquez)
Olio su tela montata su tavola
Cm 127x107. 1991-2000
Natura morta con piccolo boccale arcaico
Olio su tavola
Cm 38x34, 2014

Natura morta con maioliche arcaiche
Olio su tavola con decori in rilievo in foglia oro
Cm 162x136,5, 2007-2012

Natura morta con scultura in terracotta
Olio su tavola con decori in rilievo in foglia oro
Cm 138,8x97, 2015

Cantico
Olio su cartone in foglia oro
Cm 39,5x24,5, 2010
Note biografiche
Massimo Brancaleoni dai sette ai tredici anni segue le lezioni di disegno, pittura, scultura e ceramica impartite dalla pittrice Giuseppina Zardi (già assistente di Umberto Folli) presso la Scuola di Arti e Mestieri di Massalombarda. Consegue il diploma al Liceo Artistico di Ravenna e si laurea nel 1991 all’Accademia di Belle Arti della stessa città. Ad Argenta, dove vive e lavora, si dedica a una pratica pittorica in cui sono evidenti i riferimenti a vari momenti della storia dell’arte, con rare e sporadiche presenze a manifestazioni espositive. Negli ultimi anni ha affiancato alla pittura una attività di libero insegnamento tenendo corsi incentrati sul disegno e sulle tecniche di rappresentazione. Nel 1994 ha partecipato alla mostra collettiva “Ritratto Autoritratto, pittori del ‘900 in Romagna” a Palazzo Sforza di Cotignola; nel 1995 ha tenuto una personale al centro culturale Il Granaio di Fusignano e ha partecipato alla collettiva “Ultima Generazione” di Lugo. Tra le altre occasioni espositive si segnalano: “Natura Morta (con frutta)” a Renazzo del 1998, “Paesaggio, cinquanta pittori nella Romagna del ‘900” a Fusignano e “Percorsi Comunicanti” a Fusignano del 2002. Nel 2003 allestisca una mostra personale al Museo Civico San Rocco di Fusignano, con testo introduttivo, in catalogo, di Orlando Piraccini che non manca di rilevare la “vocazione squisitamente pittorica del giovane Brancaleoni, naturalmente indotta, in forza dei solidi insegnamenti ricevuti da un maestro di onestà figurativa come Umberto Folli, a praticare l’arte del passato come ineludibile base d’appoggio alla sua propria nascente libertà inventiva ed alla germinante vena immaginativa”. Artista in progress, Brancaleoni non è stato tanto influenzato dai ritorni colti all’arte del passato che hanno caratterizzato gli anni della sua formazione quanto piuttosto da una originaria vena intrisa di rispetto nei confronti dei Maestri del passato coi quali tenta di modernamente riconciliarsi, superando le fratture operate dalla modernità e, soprattutto, dalla contemporaneità. E’ l’artista stesso ad affermare: “Il mio interesse per la pittura antica e ai Maestri del passato non è un effimero esercizio di plagio. Sono convinto che molto del patrimonio intellettuale e artistico di chi ci ha preceduto sia ancora ben lontano dall’essere svelato. Purtroppo una frettolosa e ingorda corsa verso il futuro ci impedisce di posare uno sguardo umile e rispettoso all’eredità lasciataci dai Padri dell’Arte. Vorremmo seppellire e mettere a tacere i veri Maestri per una forma di intima meschinità o per timore di confrontarci con loro”.
Una sfida che Brancaleoni ha accettato e che – distillando, sublimando e immaginando – sta trasportando verso nuovi orizzonti.