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alle radici dell'arte

Iniziamo il nostro viaggio sull' arte, ricordando la nostra origine, l' esigenza dell' uomo di creare un' immagine, prima di generare parola e idea. Un'origine impressa...Una matrice che genera la visione! ricordando l' esigenza che ci ha portato a incastonare segni nella materia, che seppur tangibili, hanno aperto l' uomo a mondi lontani, aiutandolo ad orientarsi in un terreno ancora sconosciuto che ancora ci appartiene.

Riscopriamo così l' imput primordiale, che ha creato un patrimonio di segni ricchi di simboli e significati e ci rendiamo conto di quanto questo sia ancora attuale.Quelle prime immagini pervenute a noi come preziosi ruderi grafici, in osmosi con la ruvida superficie di una pietra o di un' aspra e polverosa caverna, si rivelano come vere opere d' arte.

Questo perchè l' esigenza di sopravvivere e di avere delle direttive comportamentali, per un' agire consapevole, ha innescato nell' uomo il potere creativo e la capacità di esprimere l' immaginario attraverso l' estro artistico.

Così l' istinto di sopravvivenza è diventato impulso vitale: "animus" della creazione.

Riscoprendo tutto questo ci riappropriamo della nostra naturale, fisiologica esigenza del comunicare, in questa attuale era, dove il filosofo Luciano Floridi  (Professore di Filosofia ed Etica dell' Università di Oxford), ha messo in luce il termine di "Infosfera". Termine già proposto da Alvin Toffler nel libro "La terza onda", per spiegare la continua aggiunta di strati di comunicazione al sistema sociale, dato da una progressiva tecnologizzazione.

Ora guardiamo l' informazione viaggiare su dimensioni che sfuggono la tangibilità del reale, in vere e proprie sfere virtuali. Siamo nel "Non Luogo" dove l' immagine scorre e comunica ma nulla è completamente nuovo...Se ricordiamo! Se riflettiamo che la contingenza del comunicare, una volta espressa, ha il sapore del sempre. Quel "sempre" che travalica orizzonti, superfici, spazio...Tempo!

Allora vediamo che l' immagine non è mai fine a se stessa, non è mai "oggetto", anche quando partecipava della materia stessa della natura. Consapevoli di questo possiamo assaporarla senza fratture, senza intermittenze con il passato. L' arte è sempre stata...Ha sempre viaggiato! Oltrepassando i limiti della sua bidimensionalità, della sua apparente staticità, in un luogo e tempo prefissato.

Così le immagini travalicano il tempo e lo spazio assumendo valori e significati sempre reinterpretabili. Sono segni indelebili che in quanto tali esprimono l' eterno.

Da questa immensità di prospettiva e significato, ogni artista può attingere liberamente senza vincoli, sapendo che l' immagine è un' ente comunicante, eternamente in viaggio, fonte di ricchezza per l' umanità.

In questa diversificazione di informazioni in sistemi elettronici, informatici e telematici, dove ogni dato ha un suo "spazio tridimensionale", l' arte, data la sua natura "atemporale", ha un suo percorso privilegiato, essendo un linguaggio modulabile che ha attraversato i luoghi della storia.

In questa situazione, il nodo evidenziato sta nella possibile confusione di individuare, come dice Floridi, "il potere decisionale", l' imput generatore di qualsiasi dato o azione.

L' artista perciò deve mantenere salda la sua intenzionalità soggettiva, dove fondamentale è la "Proairesis": l' idea originaria!

In quel momento si capisce che c'è una scintilla, qualcosa di non visibile, non chiaro ai sensi ma più reale del tangibile. La pulsione vitale, lo spirito che anima ed eleva l' arte a qualcosa di più di una semplice comunicazione o rapporto sociale.

E' l' arte inafferrabile che continuamente genera "altro da sé", attraverso le proprie radici. L' arte che ribadisce la meraviglia della creazione attraverso l' anelito più recondito e primordiale dell' uomo.      

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